Sessualità uomini e disinformazione, 6 mosse contro i tabù

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Domani la Giornata mondiale del benessere sessuale. L’Osservatorio Università Pavia, ‘parlarne con medico e no a rimedi miracolosi contro disfunzione erettile’

 

Entro il 2025 si prevede che circa 322 milioni di uomini nel mondo soffriranno di disfunzione erettile. In Italia, secondo i dati dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nel 2023 le vendite ufficiali dei farmaci per trattare la patologia hanno superato i 200 milioni di euro, posizionando il nostro Paese al secondo posto nel mondo, subito dopo il Regno Unito. Per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale dedicata al Benessere sessuale, che si celebra il 4 settembre, l’Università di Pavia con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e Siams, Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, con il supporto di Cooper Consumer Health, nell’ambito delle ricerche dell’Osservatorio “Occupiamoci di Uomini – La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione” tornano a richiamare l’attenzione sui dati emersi in questi primi mesi di lavoro.

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Dalle tante interviste con medici specialisti della sfera sessuale come andrologi, urologi, ginecologi e sessuologi italiani – riporta una nota – sono emersi 6 punti importanti da tenere in considerazione per migliorare davvero la qualità del benessere sessuale, al netto di una popolazione sempre più anziana, un elemento che incide sistematicamente sulle patologie della sessualità. Dalla prevenzione e dialogo alla consapevolezza e apertura con il partner, queste le strategie fondamentali per rompere i tabù e migliorare la salute sessuale degli uomini. 1.La patologia sessuale non ha età. Dalla ricerca è emerso che gli uomini italiani ricorrono alle cure mediche per la salute genitale e sessuale solo a necessità e, in generale, solo in età avanzata. I medici specialisti, coinvolti nell’Osservatorio sulla sessualità maschile, sottolineano l’essenzialità di verificare periodicamente il proprio benessere con controlli accurati, come visite regolari dall’andrologo, così come accade con il ginecologo per le donne, già in età puberale.

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2.Una chiacchiera al giorno toglie il medico di torno. Un rapporto aperto e continuo con un medico di fiducia aiuta in caso di necessità ad affrontare tempestivamente la situazione: a partire da piccoli suggerimenti farmacologici con rimedi topici sino alle analisi e terapie più complesse – in caso di patologie cardio vascolari o sindrome metabolica, ad esempio – sapere sempre che cosa accade al proprio corpo avvantaggia nel caso di diagnosi precoce. La prevenzione oggi, dice ancora la ricerca, è una questione urgente per la salute sessuale maschile.

3.L’educazione sessuale ci riguarda tutti, sempre. Le giovani generazioni sono esposte a contenuti espliciti gratuiti senza filtri. Gli smartphone e, in generale, una vita always on, hanno trasformato il consumo di materiale pornografico già dalla giovanissima età. Quindi, l’apertura verso la sessualità non è solo appannaggio della relazione con il proprio medico ma soprattutto inizia dalla propria famiglia e dagli affetti: c’è l’urgenza – si legge – di fornire strumenti già ai giovani pre-adolescenti per chiarire la differenza emotiva fra relazione reale e finzione pornografica. Più in generale di affrontare la conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro per avere rispetto di entrambi.

4.Dialogo con il partner. Per le generazioni più adulte, meno abituate a parlare apertamente della sfera sessuale in famiglia, un importante discrimine è rappresentato dall’apertura con il partner. Soprattutto nel caso si manifestino primi segnali di disfunzione erettile o eiaculazione precoce, riuscire a verbalizzare lo stato d’animo con una persona di fiducia, coinvolta sentimentalmente, aiuta a non isolarsi a non sentirsi incompresi e quindi a non sentirsi frustrati innescando un circolo vizioso di silenzio e negazione.

5. Apertura fra pari. Dalle interviste con i sociologi e dall’analisi di oltre 200 fonti di letteratura scientifica sul tema, è emerso altresì che ancora oggi soprattutto gli uomini non condividono all’interno del gruppo le proprie debolezze per un freno culturale, che penalizza chi si mostra debole e vulnerabile in termini sessuali. Questo silenzio può avere conseguenze significative sulla salute sessuale, impedendo il riconoscimento precoce di problemi e limitando l’accesso a soluzioni efficaci. Superare questo tabù è fondamentale per promuovere un benessere sessuale più inclusivo e realistico, dove l’apertura e il confronto diventano strumenti di crescita personale e collettiva.

6. Attenzione ai rimedi ‘miracolosi’ – mettono in guardia gli esperti – Se da un lato la globalizzazione digitale ha aperto tante opportunità, dall’altra non evita rischi. Quando si parla di dispositivi medici, farmaci, cosmetici, è bene affidarsi al medico e al farmacista per scegliere il prodotto più corretto, in base alle proprie esigenze, e per effettuare l’acquisto tramite canali off e online sicuri e conosciuti. Il benessere sessuale significa anche curarsi con consapevolezza, senza credere nei miracoli. (Adnkronos)

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